DANIele segala

A Prevalle, Brescia, paesino nei dintorni del Garda, si passa lungo la strada e si incontra la Fucina dei sapori , là dove vi sareste immaginati un qualunque negozio di alimentari. Basta aprire la porta, invece, per ritrovarsi nel paese di Bengodi, nell'antro della Cuccagna... Dove si posa l'occhio si incontra una leccornia, un formaggio di gran pregio (sopra tutti i bresciani introvabili, il vero Bagoss, il Fatulì della Valcamonica, ma anche un Bitto di trentotto mesi e un Gorgonzola al cucchiaio degno di descrizioni da Mille e una notte...), un buon libro, un sigaro, uno Champagne, un vino introvabile (ci sono alcuni piccoli produttori che solo il conoscerne il nome ti commuove), un cioccolato imponente, la miglior pasta di grano duro a essiccazione lenta, sottoli meravigliosi, salumi inarrivabili, prosciutti stagionati ben oltre i due anni... Dove l'occhio si posa c'è qualcosa di interessante, se non incredibile. Poi, pian piano, vengono fuori, da ogni angolo di questa bottega da rigattiere del gusto, pezzi di storia, angoli di passato, vecchie targhe, insegne colorate, libretti di canzoni patriottiche, foto in bianco e nero, frammenti di un negozio di alimentari che sa di antico... Così si scopre, un tassello alla volta, la storia di quello che avevamo immaginato all'inizio: un vetusto negozietto con oltre mezzo secolo sulle spalle che ha seguito la scia del benessere ed è diventato un minimarket e infine non ha voluto piegarsi all'industria. Anzi, ha deciso di resistere, in modo estremo, passionale. Daniele Segala ha detto basta, ha tagliato chirurgicamente ogni legame con un mondo che non gli piaceva e ha costruito il suo, questo. La Fucina dei sapori è un microcosmo, il paese dei balocchi di un uomo che ha voluto e saputo rimanere bambino. Che seleziona e vende solo quello che assaggia, riassaggia, mangia a tavola, gli piace, conosce e ama. Dietro al banco è impeccabile, di un'eleganza oltre il limite dello snobismo (i particolari, quelli di stile, li racconta qui il bravo Tommaso Farina , sarebbe inutile aggiungere, soprattutto da parte mia che amo i tessuti ma non conosco i sarti). Lo ammetto, dice, sono uno snob. E un classista. E un amante del bello. Forgiato a misura della sua fucina, aggiungiamo, fedele alle proprie scelte, nervi d'acciaio sulla linea dei buoni sapori. Estremista del gusto, altro che sovversivo. Daniele Segala racconta di sé, delle sue passioni, dei suoi produttori, dei luoghi geografici, dei preti, i primi a cui chiedere consigli sulle leccornie di un territorio, di questo mondo incredibile che lo circonda, tutto in un negozio, un negozio bellissimo. Ecco allora che apprezzi gli sforzi, che ti ammaliano le competenze, che riconosci il genio. Un fiume di parole ti avvolge: è difficile acquistare una fetta di salame, un cioccolatino, un grande vino, senza averne sentito la storia, la provenienza, i motivi per cui Daniele l'ha scelto. Ci vuole tanto tempo per fare la spesa, ma alla fine è una spesa sublime. È un viaggio.
Tratto da un articolo scritto dal giornalista enogastronomico Michele Marziani durante un viaggio tra i Sovversivi del Gusto.
Questa su recensione mi è sembrata la migliore presentazione per far capire quello che è La Fucina dei Sapori.
(rif. del 03 Settembre 2008 tra i Sovversivi del Gusto).

Un forziere di specialità alimentari, una stazione del gusto e centro di una rete di produttori dediti alla cultura del sapore dove si fa la spesa e si può essere invitati a fermarsi a consumarla nella saletta accanto.